EVENTO A CERNUSCO

NONNA TERESINA, CENT’ANNI IN FAMIGLIA E GLI AUGURI DI TUTTO IL PAESE

Un compleanno speciale e l’applauso di una comunità.  Per i cent’anni di Teresina Bonfanti la Messa domenicale  delle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Cernusco è iniziata con gli auguri intonati dal parroco don Alfredo e cantati da tutti i partecipanti, con relativo applauso.  Lo stesso poi concesso alla giovane catechista che di anni invece ne compiva ventiquattro. Due vite, due mondi, ma una sola comunità per un augurio che si moltiplica. Per Teresina è scattata anche la foto ricordo sull’altare con parenti, amici e il sindaco Giovanna De Capitani,  che l’hanno attorniata per immortalare la giornata. In questa chiesa Teresina ha ricevuto tutti i sacramenti e  si è anche sposata, prima di andare a vivere a Milano con il marito Decimo, dove poi è nata anche la sua unica figlia. Ma ha lasciato  il cuore a Cernusco, tanto che continua a ripetere che lei è brianzola e non milanese e ci tiene a sottolineare che quando sarà il momento ritornerà dove sono le sue radici. 

«Ho già prenotato il mio posto qui al cimitero» ha ripetuto oggi ai parenti, con molta serenità.  Terza figlia di Galdino Bonfanti, che fu anche vice podestà, mentre la madre purtroppo morì di parto nel dare alla luce il quarto figlio, Teresina si è sempre presa cura dei fratelli fin dalla tenera età, finché il padre non convolò nuovamente a nozze con una giovane di Montevecchia. A questo punto la famiglia Bonfanti si allarga nuovamente e  nascono altri due figli.

Teresina cresce a cascina Bösa, tra fratelli, cugini e parenti e lavora come sarta, un mestiere che le permette di guadagnare qualcosa e aiutare nelle faccende di casa. Conosce Decimo, il futuro marito, attraverso il fratello Carletto, perché i due, durante la guerra, si trovavano insieme in Grecia e sempre insieme sono rientrati clandestinamente in Italia, con un viaggio avventuroso.

Quando si chiede a Teresina  quale sia il suo segreto per arrivare bene a cent’anni, lei risponde: «Me son mia mai "pitturada" (non mi sono mai dipinta la faccia), però mi piacciono i profumi e i fiori».

Ma uno dei numerosi nipoti che l’attorniano, aggiunge che lei nonostante abitasse al quarto piano non ha mai preso l’ascensore e ha sempre fatto le scale a piedi. Forse ora non le farà più, ma Teresina ha certamente anticipato i consigli che si leggono spesso agli ingressi delle Asl o degli ospedali: «Fallo per il tuo cuore e non prendere l’ascensore».

Sta di fatto che Teresina non dimostra certo la sua età: minuta di fisico, lucida di mente, mantiene una pelle liscia e idratata naturalmente. Saranno stati i natali brianzoli in quella cascina che è stata punto determinante per la storia partigiana del paese e del circondario. Lei stessa è stata una partigiana attiva, pronta a farsi carico di messaggi da inoltrare o di armi da nascondere in campagna, per essere pronte al momento giusto.

La festeggiata non parla di questo passato: i ricordi sono sfumati  e riportano ad un periodo d’ incertezza e difficoltà. Ritornarci  in una giornata di gioia non è opportuno.  Cent’anni sono un traguardo e quando lo si raggiunge si deve solo assaporare la gioia del momento. Attorno a lei parenti e amici e in particolare il nipote Abramo, figlio di Carletto.

«La zia è stata molto felice di trascorrere questo giorno insieme ai suoi nipoti, non è una donna, ma un portento: piccola, minuta, molto lucida - ci ha spiegato la nipote Sabrina al termine della bella giornata - Ci ha  raccontato alcuni episodi particolari della sua lunga vita che vanno  dall'infanzia quando si occupava dei fratelli, dopo la morte di sua mamma, del suo lavoro di sarta svolto peraltro fino a pochissimi anni fa, alla sua vita dura di sacrifici durante la guerra in quanto partigiana attiva, fino al suo  matrimonio con Decimo e al trasferimento a Milano. Ci ha fatto divertire anche con il racconto di aneddoti sulla sua vita di coppia».

Foto servizio SFerrario

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