A TEMPO DI DANCE CLUB

 

Erano le undici e venticinque di sabato mattina, la musica classica risuonava nell'aula quando sgattaiolai fuori sotto lo sguardo di finto rimprovero di Eliana. Nemmeno mi cambiai, infilai i jeans, presi la bici e mi diressi all'Auchan.

Lavoravo al Bar del Centro e quel giorno accorsi per una sostituzione improvvisa. Dalla vita in su ballerina, dalla vita in giù cameriera: trascorsi le mie quattro ore di lavoro tranquillamente di corsa come al solito. Stavo ormai per staccare quando in un momento di calma si avvicinò al bancone un giovane ragazzo che indossava una giacca usurata e portava un pizzetto bizzarro. Tra una gag, un rauco grugnito e qualche gesto mi fece capire che non aveva voce per via di un brutto raffreddore e che desiderava un cappuccino. Prima di andarsene mi lasciò il suo biglietto da visita: era un fotografo. Tentò di comunicarmi che faceva mostre ed eventi.

Prima di andarsene mi porse la mano: «Riccardo», gliela strinsi e sorrisi:  «Natalia»

 

Due mesi dopo mi trovavo a tarda sera davanti alla rimessa di un meccanico, nel più inquietante silenzio di Lomagna. L'atmosfera era sinistra quando mi si avvicinarono quattro persone: stavo per diventare una fotomodella amatoriale per l'obiettivo di Riccardo Clerici!

Dal nostro incontro a quella sera nella rimessa ci eravamo incontrati alcune volte, quando entrai in casa sua notai subito la valanga di CD che si trova all'ingresso, la seconda cosa che notai furono le foto che ritraggono il femminile in tutte le sue forme. Davanti a una tisana calda mi raccontò della sua famiglia di musicisti classici e della sua vecchia band ormai sciolta, poi della sua sua passione più recente; da qualche anno aveva trovato un nuovo mezzo di espressione: la fotografia.

Alla scuola di disegno di Merate, Mauro Benatti gli aveva insegnato molto su posizioni, inquadrature, contrasti, luci tuttavia quello che lo affascinava davvero era la magia dello scatto fotografico. Pur lavorando a tempo pieno come artigiano, le foto erano diventate il suo modo di esprimersi, il progetto che assorbiva le sue serate ed i fine settimana: era sempre in caccia dell'occasione per esporre e di nuovi soggetti da ritrarre. I suoi occhi tradivano il suo spirito osservatore ed i ritratti appesi alle pareti mostravano che non si lasciava mai sfuggire nessun dettaglio, nemmeno negli scatti estemporanei. La sua straordinaria sensibilità ed empatia verso ciò che lo circonda probabilmente gli derivano dalle difficoltà che si è trovato ad affrontare nel corso della sua vita e che si è imposto di superare dimostrando forza e tenacia. Questi tratti della sua personalità emergono nella decisione e nella plasticità delle sue immagini, in quel contrasto di luci e ombre che fanno emergere l'ambivalenza della vita di ognuno. Riesce a mostrare l'oscurità che si cela in ogni anfratto ed è in grado di far emergere la meravigliosa luce insita in ogni soggetto. Il suo desiderio di mettersi in gioco creava sulle pareti di quella casa un'arte che derivava dall'istinto e dalla pratica più che dalla tecnica e fu quello che chiese di fare anche a me: mettermi in gioco davanti alla macchina fotografia. Riccardo desiderava unire nella fotografia tutta la sua vita: musica e immagine, la musica ha un legame indissolubile in tutto ciò che fa e la figura della ballerina poteva unire la sua passione per il ritmo a quella per la figura femminile. Non so se lo sapesse ma si era posto il progetto di cogliere insieme il segreto del movimento, della melodia e di quella straordinaria creatura che è la donna. L'incanto che desiderava immortalare era forse irraggiungibile ma mi prestai per i suoi primi esperimenti.

Al primo set nell'officina ne seguì un altro ma mi resi conto che un obiettivo come il suo aveva bisogno di soggetti più esperti di me nel movimento. Andavo da Eliana da soli tre anni e non potevo certo aiutare Riccardo nel migliore dei modi posando per lui spacciandomi per ballerina. Speravo che prima o poi mi sarebbe capitata l'occasione di fare da tramite per unire l'eccellenza della scuola di Eliana e il progetto ambizioso di un fotografo forse un po' scapestrato ma desideroso di mettersi alla prova.

Un anno dopo il primo incontro con Riccardo cominciai a gestire la pagina Facebook della scuola di Eliana. Fu allora che si presentò la mia occasione. Quale modo migliore di utilizzare i social network se non per diffondere arte e cultura? Ricordo bene il giorno in cui Riccardo arrivò da noi in classe, Eliana era molto felice di avere come ospite un fotografo, noi ballerine invece eravamo un po’ spaesate ed attratte allo stesso tempo (chi più e chi meno) dall’idea di farci fotografare.

 

Il ragazzo iniziò lentamente a scattare mentre Eliana ci invitò a continuare i nostri esercizi senza curarci troppo della nuova presenza: dovevamo essere disinvolte, sorridenti e precise nei movimenti classici.

La danza classica è una delle discipline studiate nella scuola Dance-Club, ed Eliana si occupa di tutti i corsi nei quali viene insegnata questa affascinante disciplina; figlia d’arte, con padre e zia ballerini professionisti presso il Teatro alla Scala di Milano, ha vissuto sin da piccola nell’ambiente scaligero studiando “la vera danza classica” dai migliori maestri nazionali e non; giovane ballerina, appena quindicenne, iniziò ad insegnare propedeutica nella scuola del padre e grazie alle sue spiccate capacità artistiche ed al suo funzionale metodo di insegnamento, mai noioso, al contrario gioioso ed improntato verso un apprendimento-divertimento, ha preparato coreografie non solo nei teatri bensì per mostre (Swarovski Italia), concorsi di danza (nei quali ha prestato attività come giudice) ed eventi locali.

Eliana ha permesso a Riccardo di entrare nel mondo della scuola di danza, infatti il giovane fotografo, amante dei corpi femminili e di quelli in movimento ha trovato in quel luogo una perfetta sintesi della sua ricerca; Eliana ha accettato con entusiasmo la collaborazione, offrendo a Riccardo di sperimentare con i corpi delle ballerine anche per perfezionare il suo insegnamento.

Le fotografie risultano infatti perfettamente utili alle danzatrici: esse parlano, non mentono mai: non ritraggono solo momenti di grazia, pose perfette, movimenti impeccabili e passi eseguiti correttamente, piuttosto, errori, posture scorrette, sguardi bassi e punte non tirate! Questa collaborazione ha dato la possibilità ai due artisti, la ballerina Eliana e il fotografo Riccardo, di entrare in contatto e di unire due mondi diversi, quello della danza e della fotografia, instaurando un legame magico ed unico, che ha permesso anche alle medesime ballerine di migliorarsi e di crescere artisticamente grazie ai precisi insegnamenti e grazie alla fugacità di uno scatto. 

 Natalia Marraffini  e Elisabetta Cattaneo

Info e dettagli:  www.dance-club.it

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