CONFRONTO SUL REFERENDUM


 I SENATORI CASTELLI E RUSCONI INFIAMMANO LA SALA

di Dario Vanoli

 

In occasione del referendum costituzionale, che chiamerà alle urne gli italiani il 4 dicembre, il gruppo consiliare Identità e Futuro nostro Cernusco ha organizzato al cineteatro San Luigi di Cernusco un momento di approfondimento in merito ai temi riguardanti la modifica della Costituzione con la finalità di aiutare i cittadini che dovranno esprimersi a comprendere meglio le ragioni del SI e del NO. 

I relatori dell’incontro sono stati i senatori Roberto Castelli per il NO e Antonio Rusconi per il SI; a moderare la serata il direttore di DMedia group e Giornale di Merate Angelo Baiguini.

A introdurre la serata due filmati che hanno raccontato la formazione della Costituzione nel 1948 e,  in modo schematico, in cosa consiste la riforma proposta, a cui ha seguito la presentazione del capogruppo di Identità e Futuro Gennaro Toto.

«Molti amici di Identità e Futuro sono schierati per il Si e molti per il NO - ha tenuto a precisare il capogruppo Gennaro Toto - Il nostro gruppo non si schiera e, consapevole dell’importanza che l’esito del prossimo Referendum costituzionale avrà per il  paese,  ha organizzato questo incontro  di  approfondimento per dare ai cernuschesi la possibilità di meglio valutare le ragioni per l'una o l'altra scelta. Con l’augurio di fare  cosa gradita».

Il dibattito è iniziato con la motivazione da parte dei due relatori per il proprio voto.

«Anzitutto  bisogna spiegare che si tratta di un referendum, non legato al futuro del Governo  Renzi - ha esordito Rusconi - Uno strumento di voto, di democrazia diretta per cui non serve raggiungere un quorum. Le idee restano, gli uomini passano, pertanto, nonostante Renzi, spero che si voti sì, dopo i fallimenti del bicameralismo che già alle origini nessuno voleva. Forse nessuno lo sa, ma la Costituzione è già stata cambiata  venti volte come nel '75 per acquisire il diritto di famiglia. Non è nulla di scandaloso. Con questa riforma si ridurrà il il numero dei parlamentari ponendo fine all'immobilismo, con i suoi limiti e difetti, ma è ciò che serve ora al nostro Paese».

«Bisogna spiegare quello che c'è sotto questa modifica - ha replicato Castelli - Cambieremo in meglio o in peggio? Si parla di risparmio con il taglio della Camera del Senato, ma in realtà si tratta di 50 milioni, quando si potrebbe risparmiare 25 miliardi di euro con il federalismo applicato, senza ricorrere al referendum . I senatori saranno sindaci e consiglieri regionali: ma come faranno a ricoprire questo doppio ruolo? Il rischio è che facciano entrambi male. Stanno portando via alla gente il diritto inalienabile del voto, c'è un disegno sotto che si sta muovendo, dove sono gli eletti che votano e non il cittadino. Prima le province, ora il Senato, e poi? Un chiaro segnale di deficit per la democrazia».

Il dibattito ha poi affrontato l'argomento spinoso dei costi della politica.

«I costi maggiori non sono i senatori, il cui numero viene ridotto, ma i funzionari - spiega Rusconi - di questi con stipendi più alti. Sono soldi certi che si risparmiano e si continuerebbero a risparmiare con meno vitalizi, meno commessi, in proporzione i 50 milioni diventerebbero molti di più. Va data fiducia al Governo come gli elettori danno fiducia al proprio sindaco».

«Obietto! Quanti ne funzionari dello Stato lasceranno a casa? Non potranno licenziarli. Quando vedremo i primi effetti? Tra vent'anni? - ha provocato Castelli - I nuovi senatori non lavoreranno due settimane al mese, ma tutte le settimane. Ma basti pensare cosa sono chiamati a fare con la nuova riforma... Prima la loro funzione è descritta nell'articolo 70 della Costituzione in nove parole, ora sarebbe con 398 parole. Ribadisco che c'è poca chiarezza nella Costituzione che voteremo e che sono poco cristallini».

Rusconi ha ribadito che ci vuole pazienza e attenzione per leggere bene le modifiche proposte dal referendum costituzionale. Inoltre ha provocato, chiedendo come mai tutta l'Italia produttiva, non storicamente schierata con il centrosinistra, si è schierata per non perdere tempo con questo referendum.

Baiguini ha poi posto una domanda legata alle regioni a Statuto speciale e ai loro sprechi.

«Per il Tirolo non è possibile, perchè l'autonomia tirolese è sancita da un trattato internazionale per cui non si possa fare nulla» ha spiegato in sintesi l'ex ministro della Giustizia.

«Nessun governo negli ultimi 20 anni ha fatto scelte precise nel merito - ha replicato l'ex sindaco di Valmadrera - trovo fuori luogo che gli operatori turistici della Valle d'Aosta e Trentino abbiano dei vantaggi rispetto a quelli della Lombardia; in questa modifica di legge si dice che le regioni che presenteranno bilanci in parità avranno diritto a deleghe diverse, e vale per tutte le regioni»

«Sicilia e Tirolo sono due situazioni diverse, basti andare a vedere il rispettivo residuo fiscale. In Trentino le tasse dei cittadini se le godono loro, rimangono lì - ha replicato Castelli - noi in Lombardia siamo messi male, perché paghiamo più tasse rispetto a quello che riceviamo in servizi, perchè abbiamo un residuo fiscale mostruoso. Il secondo punto fondamentale, che si lega a questo argomento, per cui non bisogna votare questa legge si lega proprio all'uccisione totale dell'autonomia, in particolare della Lombardia. Abbiamo vissuto in questi anni grazie al federalismo che siamo riusciti a guadagnarci in questi anni, un esempio su tutti la Sanità. Questa legge ammazza l'autonomia delle regioni con una mossa poco limpida, in quanto hanno introdotta una clausola di supremazia: tutte le volte che il governo lo riterrà opportuno lo deciderà lui, non le autonomie e lo si evince chiaramente dal testo di tre righe. E' meglio essere governati da funzionari di Roma e da lombardi?».

Il confronto è proseguito su un tema legato ai piccoli Comuni e al nostro territorio, quesito scelto dalla nostra redazione.

«Domanda interessantissima perché si è centrato il problema - ha subito  precisato Castelli -  la nostra vita cambierà in peggio secondo me; se vincerà il sì continua una deriva centralista molto forte come nella legge di bilancio appena attuata con mance un po' a tutti. E' evidente che se deriva questa deriva centralista i primi a farne le spese sono gli amministratori locali».

«Da amministratore locale - ribadisce Rusconi -  penso che lo sblocco delle assunzioni per le Amministrazioni comunali è stato un fatto importante e concreto  per poter lavorare in modo efficiente. In secondo luogo, io penso che le fusioni siano un'opportunità e non un obbligo. Laddove ci siano delle sinergie è bene che si collabori, ma le unioni non sono necessarie».

Una serata  accesa e interessante, dove i due relatori hanno spiegato al meglio le motivazioni per cui votare il prossimo 4 dicembre. In modo vivace, anche con un pizzico di ironia, ma nei giusti toni. Tra il pubblico poche domande, più che altro commenti e discorsi su quanto espresso dai relatori; e anche chi, non ricordandosi forse di ricoprire una carica pubblica e non accorgendosi di partecipare a una serata pubblica, si è alzato e ha lasciato la sala dicendo: "Non sto qua ad ascoltare questo pirla". Decisamente una caduta di stile.

Al termine della serata non sono mancati i ringraziamenti da parte di Toto ai relatori e al moderatore con un omaggio da parte dell'intero gruppo consiliare che ha lavorato alla serata da oltre un mese.

 

Link: il filmato del dibattito

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